venerdì 27 dicembre 2013

Querce e fiorellini di campo

Lucio Dalla, Alberto Bucci, Augusto Binelli.
Cari amici, con l’occasione di augurarvi un buon anno nuovo, vorrei parlarvi di un personaggio sportivo che non ha niente a che a vedere col mondo del calcio. Si tratta di un grande allenatore di basket ovvero Alberto Bucci.
Devo confessarvi che non sono un appassionato di pallacanestro, ieri guardando la trasmissione E’ sempre calciomercato su Sky sport, ospite in studio c’era questo grande allenatore, mi hanno impressionato alcune cose che ha detto.
Per chi non è esperto, come me di basket, presento il personaggio. Alberto Bucci è stato uno tra gli allenatori più giovani ad esordire in questo sport, ha cominciato ad allenare all’età di  venticinque anni, non avendo mai giocato a basket. Ha allenato a Bologna, Livorno, Verona, Pesaro, Rimini, tutte piazze importanti. Con la Virtus Bologna ha centrato i maggiori successi, epici i suoi duelli con Dan Peterson nella panchina di Milano.
Nel suo Palmares annoveriamo tre campionati, quattro coppe italia ed una supercoppa italiana.
Personaggio eccentrico, alcuni se lo ricorderanno per quelle sue giacche dai colori più improbabili, il vocione e l’aspetto un po’ burbero.
Ieri ha parlato anche di calcio, soffermandosi sulla gestione dello spogliatoio da parte di un allenatore, lui avrebbe sbattuto fuori squadra un suo giocatore che si fosse permesso di gettare a terra in segno di stizza la propria maglia, riusciva a coinvolgere tutti i giocatori della rosa, per esempio spiegava uno schema e poi domandava se qualcuno avesse dei suggerimenti da proporre, così lo schema diventava anche del giocatore che lo avrebbe messo in pratica con più attenzione, perché era diventato anche cosa sua.
Diceva che non c’era peggior bestia nella vita dell’indifferenza, ripeteva ai suoi giocatori che fino a quando gli urlava contro si potevano ritenere fortunati, il peggio sarebbe venuto quando non gli avrebbe urlato più.
Insomma, tutti aneddoti interessanti, ma anche un po’ comuni nel mondo dello sport. Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato quando disse che stava affrontando un ciclo di chemioterapia, l’ha dichiarato come se avesse un raffreddore da curare, in studio erano rimasti tutti colpiti. Non aveva paura, in fin dei conti non era preoccupato, ognuno di noi ha un ruolo in questa vita, non è importante quanto si vive, ma il modo. Ed ha fatto un esempio bellissimo, disse, guardate come sono belle le querce secolari, alberi maestosi, con le loro fronde, ma al contempo sono anche belli i fiorellini di campo che stanno ai suoi piedi, piccolini fragili, ma che ci danno tanta gioia nel coglierli e nel sentire i loro profumi. 

Chapeau Mister Bucci, ieri ci hai insegnato qualcosa di più importante di uno schema vincente, ci hai ricordato che bisogna sempre lottare nella vita e non dare mai nulla per scontato. Un messaggio importante per chi in questo momento sta soffrendo o si sente schiacciato dalla vita. MAI MOLLARE RAGAZZI!

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