mercoledì 11 dicembre 2013

La Champions e l'Italia


Valutare i risultati conseguiti dalle squadre Italiane in Champions è abbastanza intricato, se ne potrebbero trarre diverse conclusioni.
La domanda che ci poniamo è il calcio italiano è lo specchio del momento che il nostro Paese sta vivendo?
Rispondiamo a questa domanda aiutandoci con l’analisi delle tre squadre impegnate in Champions:
Juventus: aveva un girone, non impossibile, anzi arrivare seconda era alla sua portata. Doveva perdere al Bernabeu pareggiare la partita in casa col Real, vincere le due con la squadra danese vincere la partita in casa contro il Galatasaray e strappare il pareggio poi nell’ultima partita sempre contro i turchi.
Sembra facile detto così, il calcio è imprevedibile, la palla è rotonda, il terreno alle volte fangoso, la neve il sole eccetera.. Però se non si riesce a superare una squadra turca e una danese, cosa si pretende poi? Di battere il Barcellona in finale?
Analizzando i risultati della Juventus, ne deduciamo che il calcio italiano si sia involuto, non dico che siamo alla pari del calcio turco, ma abbiamo fatto tanti passi indietro. La squadra di Torino è la prima della classe nel nostro campionato, è la squadra più solida, con più campioni. Ma è anche quella che in Europa ha deluso di più.
Milan: è quella delle tre che come gioco ha deluso più di tutte. Paradossalmente è l’unica squadra italiana ad accedere agli ottavi. Ma onestamente il suo girone era ridicolo, doveva solamente perdere le due gare col Barcellona, e stravincere le altre. Il Celtic è una squadra materasso, l’Ajax, un gruppo di giovani promettenti che si muove bene in campo. Qualificarsi all’ultima partita giocando in casa col patema d’animo, una partita patetica, fa rabbrividire tutti i vecchi cuori rossoneri, ricordando quelle squadre che in passato, ma non poi così lontano, si sarebbero sbranate in due minuti gli undici scolari olandesi.
Napoli: il caso del Napoli è diverso, non si può che fare i complimenti alla squadra. Infatti esce con gli applausi dei tifosi dal San Paolo. Non qualificarsi con dodici punti a pari merito con la prima per la differenza reti è dura da accettare.. Era delle tre quelle che aveva meno chance di passare il turno, si è trovata in un girone di ferro con la finalista della passata stagione e la prima della Premier. Al Napoli non si può che fare i complimenti e un in bocca al lupo per il campionato.
Da questo quadro possiamo fare dei riscontri con l’attuale stato di salute del nostro Paese? Il calcio possiamo dire che sia il termometro o lo specchio del momento che stiamo vivendo.
Il problema delle squadre italiane, non è solamente una questione economica, di capitali, ma anche manageriale, di strutture, di marketing.
Partiamo dalle strutture, abbiamo impianti obsoleti, non adatti al calcio come show, le nostre società non ricavano nulla dagli impianti sportivi. Bisognerebbe spendere qualche parola un  giorno sul modello dello Juventus Stadium, troppo pompato dai media. Non assicurano gli incassi che invece hanno le squadre inglesi tedesche e spagnole. Il nostro calcio non tira più, si è impoverito. Purtroppo certi padroncini hanno rovinato il campionato, c’è troppa politica.
Abbiamo un management scarso, pensate ai milioni buttati in questi anni da Juventus  Inter e Milan. Insomma farsi scappare ad esempio, un campione come Drogba per prendere certi brocchi fa rabbrividire.

Però pensiamo al Napoli che ha messo cuore e grinta, ha fallito ma ne è uscito a testa alta. Abbiamo tanti difetti, ma siamo coriacei, potrebbe essere per tutti noi uno spunto a non mollare.

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