Lucio Dalla, Alberto Bucci, Augusto Binelli. |
Cari amici, con l’occasione di augurarvi un buon anno nuovo,
vorrei parlarvi di un personaggio sportivo che non ha niente a che a vedere col
mondo del calcio. Si tratta di un grande allenatore di basket ovvero Alberto
Bucci.
Devo confessarvi che non sono un appassionato di
pallacanestro, ieri guardando la trasmissione E’ sempre calciomercato su Sky sport, ospite in studio c’era questo
grande allenatore, mi hanno impressionato alcune cose che ha detto.
Per chi non è esperto, come me di basket, presento il personaggio.
Alberto Bucci è stato uno tra gli allenatori più giovani ad esordire in questo
sport, ha cominciato ad allenare all’età di
venticinque anni, non avendo mai giocato a basket. Ha allenato a
Bologna, Livorno, Verona, Pesaro, Rimini, tutte piazze importanti. Con la
Virtus Bologna ha centrato i maggiori successi, epici i suoi duelli con Dan Peterson
nella panchina di Milano.
Nel suo Palmares annoveriamo tre campionati, quattro coppe
italia ed una supercoppa italiana.
Personaggio eccentrico, alcuni se lo ricorderanno per quelle
sue giacche dai colori più improbabili, il vocione e l’aspetto un po’ burbero.
Ieri ha parlato anche di calcio, soffermandosi sulla
gestione dello spogliatoio da parte di un allenatore, lui avrebbe sbattuto
fuori squadra un suo giocatore che si fosse permesso di gettare a terra in
segno di stizza la propria maglia, riusciva a coinvolgere tutti i giocatori
della rosa, per esempio spiegava uno schema e poi domandava se qualcuno avesse
dei suggerimenti da proporre, così lo schema diventava anche del giocatore che
lo avrebbe messo in pratica con più attenzione, perché era diventato anche cosa
sua.
Diceva che non c’era peggior bestia nella vita
dell’indifferenza, ripeteva ai suoi giocatori che fino a quando gli urlava
contro si potevano ritenere fortunati, il peggio sarebbe venuto quando non gli
avrebbe urlato più.
Insomma, tutti aneddoti interessanti, ma anche un po’ comuni
nel mondo dello sport. Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato quando disse
che stava affrontando un ciclo di chemioterapia, l’ha dichiarato come se avesse
un raffreddore da curare, in studio erano rimasti tutti colpiti. Non aveva
paura, in fin dei conti non era preoccupato, ognuno di noi ha un ruolo in
questa vita, non è importante quanto si vive, ma il modo. Ed ha fatto un
esempio bellissimo, disse, guardate come sono belle le querce secolari, alberi
maestosi, con le loro fronde, ma al contempo sono anche belli i fiorellini di
campo che stanno ai suoi piedi, piccolini fragili, ma che ci danno tanta gioia
nel coglierli e nel sentire i loro profumi.
Chapeau Mister Bucci, ieri ci hai insegnato qualcosa di più
importante di uno schema vincente, ci hai ricordato che bisogna sempre lottare
nella vita e non dare mai nulla per scontato. Un messaggio importante per chi
in questo momento sta soffrendo o si sente schiacciato dalla vita. MAI MOLLARE
RAGAZZI!