giovedì 15 gennaio 2015

Quanto vale Pogba? Quanto vale il futuro?





Cari lettori è da un bel po’ di tempo che non scrivevo in questo blog, un po’ per pigrizia un po’ che non c’è stato nulla che mi ha sorpreso, forse solo una cosa c’è stata, per il resto tutte cose immaginabili, e tanto fumo. Nell’ultimo articolo che avevo scritto, avevo parlato dei dubbi amletici di Conte, della fuffa del Milan e di Mazzarri  che non era sopportato proprio da nessuno nella sua società. Ma andiamo con ordine.
Conte per tutti i motivi che avevo elencato non ne voleva più di allenare la Juventus, sperava in una chiamata di un club estero, gli sarebbe bastato anche il Monacò invece niente. Forse dovrebbe cercarsi un ottimo procuratore e agganci giusti. Così a Maggio decide di rimanere sulla panchina bianconera, forse perché non vuole prendersi un anno sabbatico, forse illuso da promesse di mercato alla fine non mantenute. Che la Juventus sul mercato non potesse investire molto, lo si sapeva, che addirittura lo facesse con un budget ancora più basso dell’anno precedente no.
Puoi avere lo stadio di proprietà, ma se è di quarantamila posti, senza un museo, senza ristoranti supermercati e hotel, senza ondate di turisti che ti fanno visita ogni anno da tutto il mondo, senza riuscire a vendere magliette per il mondo come lo United, in più  giochi in un campionato seguito solamente da noi italiani, beh alla fine i tuoi margini di profitto rimarranno sempre bassi.
Pertanto alle promesse, vedi i Quadrado, Iturbe, eccetera eccetera.. come accade spesso nel nostro Bel Paese non sono seguiti i fatti. La frittata era fatta, beh come è andata a finire è inutile ricordarlo. Conte va in Nazionale, Allegri lo sostituisce.
Alla Juventus fino ad esso è cambiato poco o nulla, gli juventini hanno dimenticato Conte e continuano a vincere.
Ed ecco la cosa che mi ha sorpreso, la guerra che Conte a Luglio ha deciso di iniziare contro la società più potente d’Italia.
Deluso per il mercato insoddisfacente e per le promesse mancate, il tecnico pugliese decide di scaricare tutti nel bel mezzo della preparazione estiva di cose così assurde ne sono capitate nel mondo del calcio, ricordiamoci che Prandelli lasciò la Roma anche lui ad agosto, anche se i motivi era ben diversi. E’ una cosa scorretta, se un allenatore a giugno decide di restare, deve onorare il suo contratto in ogni caso, di mezzo c’è una squadra da preparare, sia dal punto vista atletico che da quello tattico, impostare le amichevoli, il ritiro, dare direttive al mercato, e fornire del tempo alla società per trovare il suo eventuale sostituto. Lui invece lascia tutti e se ne va in nazionale. Oltre a lasciarla, approfitta in un vuoto di poteri in FGCI e si promette ad uno degli oppositori degli Agnelli.
Ma come è finita questa battaglia? Chi ne è uscito vincitore?
Conte pensava a luglio, che le rivali della Juventus, Roma Napoli e Inter si sarebbero rinforzate parecchio, e che per vari motivi il gap tra loro e la sua squadra si sarebbe sostanzialmente azzerato invece così non è stato. Possiamo dire che il vincitore sia stato Massimiliano Allegri, si è comportato da vecchia volpe fino a dicembre, col nuovo anno sta iniziando a combinare disastri. La sconfitta in super coppa italiana, la gestione di Pirlo, con la Sampdoria in casa non lo faccio giocare, però lo metto titolare contro il Cagliari a ridosso della supercoppa, poi lo tolgo dal campo e perdo la finale ai rigori. La gestione di Vidal, il migliore contro l’Inter e lo tolgo per Pereyra, la gestione di Llorente e Morata. La condizione fisica della squadra che non appare più brillante, ma qui le sue colpe sono relative, avendo preso la squadra ad agosto. Ed infine la confusione nel mercato. Vuole un trequartista, ma non Shaqiri, preferiva Snejder (Boh), adesso si parla di Jovetic, ma io lo vedo più come sostituto di Tevez a giugno. Sembra tutto legato a Pogba e all’ombra inquietante di Raiola presente molto spesso in questi giorni a Vinovo.
Proprio sul caso Pogba, vorrei esporre delle mie riflessioni. Il campionato anche se non più eccelso e competitivo come una volta, presenta dei giovani giocatori interessanti. Giocatori chiaramente non continui nel rendimento, visto la loro giovane età, ma che si stanno affermando nei propri club. Penso ai Dybala, Vazquez, Icardi, Kovacic, Bruno Peres, Zaza, Berardi, Keita, Felipe Anderson e tanti altri un po’ in quasi tutte le squadre italiane. Molti di questi come già detto non hanno continuità. Pensiamo allo stesso Icardi che a volte sbaglia gol facili, ma in tutti questi se ne intuiscono le enormi potenzialità, è normale per giocatori così giovani. La mia paura è che potremmo diventare come il calcio portoghese, fucina di giovani giocatori di livello che però massimo a venti tre anni vengono venduti all’estero. È chiaro che una squadra medio piccola ad un certo punto sia costretta a vendere, ma se il giocatore in questione non finisce nel mercato interno, il nostro campionato resterà sempre un nano in europa. Sarò più chiaro possibile, se ad esempio una Juventus non può acquistare un Dybala e questo finisce in Francia o in Inghilterra o chissà dove e in più vende un top player giovanissimo come Pogba, possiamo dire che il nostro calcio a livello internazionale è finito.
Leggo di tifosi Juventini che scrivono, si però se ci danno cento milioni ci rifacciamo la squadra come fu con Zidane. Qui vorrei fare delle osservazioni, la prima è che erano tempi completamente diversi, non esistevano Psg City Chelsea, le squadre inglese non spendevano tantissimo, gli unici a spendere eravamo noi italiani le due spagnole e il Manchester United. Avevamo in poche parole solo una concorrenza interna, era pertanto più facile comprare dei giocatori di livello altissimo e di prospetto, infatti la Juventus sostituì Zidane con campioni affermati del calibro di Thuram e Nedved, investendo su un campioncino come Buffon e prelevando un attaccante all’epoca molto ambito come Salas. Insomma sostituì Zidane con il meglio che il mercato poteva offrire. Come se potesse prendere con gli ipotetici cento milioni ottenuti da Pogba: Courtois, Yayà Tourè, David Silva e Luis Suarez. Non mi sembra proprio fattibile. Seconda osservazione, in questi anni si sono viste altre cessioni illustri come quella di Eto’o, Snejder, Kakà, Ibrahimovic e Thiago Silva, anche molto remunerative come queste ultime due, però di contro non si sono visti subentrare arrivi di grandi campioni.
Terza osservazione, Zidane fu ceduto non certo a ventuno anni e soprattutto ad una squadra dal fascino straordinario come il Real Madrid, non certo al primo Psg che passava. Sarebbe una resa per la Juventus a mio avviso un brutto colpo, una sconfitta per il calcio italiano. Milan Inter e Juventus dovrebbero blindare questi giocatori, perché non hanno prezzo, e costruire le loro squadre su questi campioncini, come era in passato, il Milan fece la sua fortuna sportiva sul giovane Kakà, vendendolo ormai quasi trentenne, la Juventus con i giovanissimi Buffon e Del Piero e l’Inter con i vari Zanetti Cordoba Cambiasso.
Chiuso questo capitolo, vorrei accennare due parole sulle milanesi.
Il Milan è allo sbando, mi dispiace dirlo, ma è così. Continuare a fare operazioni di mercato che non hanno senso, anzi sono proprie dannose, ne ricordo una su tutte ha preso Balotelli per poi venderlo e sostituirlo con Torres farlo rimanere sei mesi per poi girarlo per ottenere Cerci in prestito, continuando a pagare i quattro milioni di ingaggio allo spagnolo! Non ho altro da dire. Ha il terzo monte ingaggi della seria A, a tutto questo aggiungiamo che non ha un tecnico, né un progetto tecnico, roba da far rimpiangere il professore Seedorf o il mago Allegri.
L’Inter ha avuto invece la fortuna di prendere Mancini, uno che non sarà una cima come allenatore, ma ha carisma e soprattutto sa scegliere i giocatori, a conferma di tutto questo gli arrivi di Shaqiri e Podolski, che con Mazzarri non sarebbero mai arrivati anche disponendo di un budget adeguato. Penso che la lotta al terzo posto sia tra il Napoli favorito e la stessa Inter, con la sorpresa Lazio. Per lo scudetto invece vedo favoritissima la Juventus, anche se ha il “bizzarro” Allegri in panchina, la Roma e l’ambiente romano non sembrano maturi, per poter resistere alle pressioni di una lotta per lo scudetto. Vorrei aggiungere che Garcia ci sta mettendo del suo, facendo giocare la Roma solamente in contropiede, non schierando punte tranne il trentottenne Totti sempre titolare.

Le retrocessioni sembrano ormai tutte definite con Parma e Cesena ormai ai saluti e col Cagliari che rischia parecchio.

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