Cari lettori è da un bel po’ di tempo che non scrivevo in
questo blog, un po’ per pigrizia un po’ che non c’è stato nulla che mi ha sorpreso,
forse solo una cosa c’è stata, per il resto tutte cose immaginabili, e tanto
fumo. Nell’ultimo articolo che avevo scritto, avevo parlato dei dubbi amletici
di Conte, della fuffa del Milan e di Mazzarri
che non era sopportato proprio da nessuno nella sua società. Ma andiamo
con ordine.
Conte per tutti i motivi che avevo elencato non ne voleva
più di allenare la Juventus, sperava in una chiamata di un club estero, gli
sarebbe bastato anche il Monacò invece niente. Forse dovrebbe cercarsi un
ottimo procuratore e agganci giusti. Così a Maggio decide di rimanere sulla
panchina bianconera, forse perché non vuole prendersi un anno sabbatico, forse
illuso da promesse di mercato alla fine non mantenute. Che la Juventus sul
mercato non potesse investire molto, lo si sapeva, che addirittura lo facesse
con un budget ancora più basso dell’anno precedente no.
Puoi avere lo stadio di proprietà, ma se è di quarantamila
posti, senza un museo, senza ristoranti supermercati e hotel, senza ondate di
turisti che ti fanno visita ogni anno da tutto il mondo, senza riuscire a
vendere magliette per il mondo come lo United, in più giochi in un campionato seguito solamente da
noi italiani, beh alla fine i tuoi margini di profitto rimarranno sempre bassi.
Pertanto alle promesse, vedi i Quadrado, Iturbe, eccetera
eccetera.. come accade spesso nel nostro Bel Paese non sono seguiti i fatti. La
frittata era fatta, beh come è andata a finire è inutile ricordarlo. Conte va
in Nazionale, Allegri lo sostituisce.
Alla Juventus fino ad esso è cambiato poco o nulla, gli
juventini hanno dimenticato Conte e continuano a vincere.
Ed ecco la cosa che mi ha sorpreso, la guerra che Conte a
Luglio ha deciso di iniziare contro la società più potente d’Italia.
Deluso per il mercato insoddisfacente e per le promesse
mancate, il tecnico pugliese decide di scaricare tutti nel bel mezzo della
preparazione estiva di cose così assurde ne sono capitate nel mondo del calcio,
ricordiamoci che Prandelli lasciò la Roma anche lui ad agosto, anche se i
motivi era ben diversi. E’ una cosa scorretta, se un allenatore a giugno decide
di restare, deve onorare il suo contratto in ogni caso, di mezzo c’è una
squadra da preparare, sia dal punto vista atletico che da quello tattico,
impostare le amichevoli, il ritiro, dare direttive al mercato, e fornire del
tempo alla società per trovare il suo eventuale sostituto. Lui invece lascia
tutti e se ne va in nazionale. Oltre a lasciarla, approfitta in un vuoto di
poteri in FGCI e si promette ad uno degli oppositori degli Agnelli.
Ma come è finita questa battaglia? Chi ne è uscito
vincitore?
Conte pensava a luglio, che le rivali della Juventus, Roma
Napoli e Inter si sarebbero rinforzate parecchio, e che per vari motivi il gap
tra loro e la sua squadra si sarebbe sostanzialmente azzerato invece così non è
stato. Possiamo dire che il vincitore sia stato Massimiliano Allegri, si è
comportato da vecchia volpe fino a dicembre, col nuovo anno sta iniziando a
combinare disastri. La sconfitta in super coppa italiana, la gestione di Pirlo,
con la Sampdoria in casa non lo faccio giocare, però lo metto titolare contro
il Cagliari a ridosso della supercoppa, poi lo tolgo dal campo e perdo la
finale ai rigori. La gestione di Vidal, il migliore contro l’Inter e lo tolgo
per Pereyra, la gestione di Llorente e Morata. La condizione fisica della
squadra che non appare più brillante, ma qui le sue colpe sono relative, avendo
preso la squadra ad agosto. Ed infine la confusione nel mercato. Vuole un
trequartista, ma non Shaqiri, preferiva Snejder (Boh), adesso si parla di
Jovetic, ma io lo vedo più come sostituto di Tevez a giugno. Sembra tutto
legato a Pogba e all’ombra inquietante di Raiola presente molto spesso in
questi giorni a Vinovo.
Proprio sul caso Pogba, vorrei esporre delle mie
riflessioni. Il campionato anche se non più eccelso e competitivo come una volta,
presenta dei giovani giocatori interessanti. Giocatori chiaramente non continui
nel rendimento, visto la loro giovane età, ma che si stanno affermando nei
propri club. Penso ai Dybala, Vazquez, Icardi, Kovacic, Bruno Peres, Zaza,
Berardi, Keita, Felipe Anderson e tanti altri un po’ in quasi tutte le squadre
italiane. Molti di questi come già detto non hanno continuità. Pensiamo allo
stesso Icardi che a volte sbaglia gol facili, ma in tutti questi se ne
intuiscono le enormi potenzialità, è normale per giocatori così giovani. La mia
paura è che potremmo diventare come il calcio portoghese, fucina di giovani
giocatori di livello che però massimo a venti tre anni vengono venduti
all’estero. È chiaro che una squadra medio piccola ad un certo punto sia
costretta a vendere, ma se il giocatore in questione non finisce nel mercato
interno, il nostro campionato resterà sempre un nano in europa. Sarò più chiaro
possibile, se ad esempio una Juventus non può acquistare un Dybala e questo
finisce in Francia o in Inghilterra o chissà dove e in più vende un top player
giovanissimo come Pogba, possiamo dire che il nostro calcio a livello
internazionale è finito.
Leggo di tifosi Juventini che scrivono, si però se ci danno
cento milioni ci rifacciamo la squadra come fu con Zidane. Qui vorrei fare
delle osservazioni, la prima è che erano tempi completamente diversi, non
esistevano Psg City Chelsea, le squadre inglese non spendevano tantissimo, gli
unici a spendere eravamo noi italiani le due spagnole e il Manchester United.
Avevamo in poche parole solo una concorrenza interna, era pertanto più facile
comprare dei giocatori di livello altissimo e di prospetto, infatti la Juventus
sostituì Zidane con campioni affermati del calibro di Thuram e Nedved,
investendo su un campioncino come Buffon e prelevando un attaccante all’epoca
molto ambito come Salas. Insomma sostituì Zidane con il meglio che il mercato
poteva offrire. Come se potesse prendere con gli ipotetici cento milioni
ottenuti da Pogba: Courtois, Yayà Tourè, David Silva e Luis Suarez. Non mi
sembra proprio fattibile. Seconda osservazione, in questi anni si sono viste
altre cessioni illustri come quella di Eto’o, Snejder, Kakà, Ibrahimovic e
Thiago Silva, anche molto remunerative come queste ultime due, però di contro
non si sono visti subentrare arrivi di grandi campioni.
Terza osservazione, Zidane fu ceduto non certo a ventuno
anni e soprattutto ad una squadra dal fascino straordinario come il Real
Madrid, non certo al primo Psg che passava. Sarebbe una resa per la Juventus a
mio avviso un brutto colpo, una sconfitta per il calcio italiano. Milan Inter e
Juventus dovrebbero blindare questi giocatori, perché non hanno prezzo, e
costruire le loro squadre su questi campioncini, come era in passato, il Milan
fece la sua fortuna sportiva sul giovane Kakà, vendendolo ormai quasi
trentenne, la Juventus con i giovanissimi Buffon e Del Piero e l’Inter con i
vari Zanetti Cordoba Cambiasso.
Chiuso questo capitolo, vorrei accennare due parole sulle
milanesi.
Il Milan è allo sbando, mi dispiace dirlo, ma è così. Continuare
a fare operazioni di mercato che non hanno senso, anzi sono proprie dannose, ne
ricordo una su tutte ha preso Balotelli per poi venderlo e sostituirlo con
Torres farlo rimanere sei mesi per poi girarlo per ottenere Cerci in prestito,
continuando a pagare i quattro milioni di ingaggio allo spagnolo! Non ho altro
da dire. Ha il terzo monte ingaggi della seria A, a tutto questo aggiungiamo
che non ha un tecnico, né un progetto tecnico, roba da far rimpiangere il
professore Seedorf o il mago Allegri.
L’Inter ha avuto invece la fortuna di prendere Mancini, uno
che non sarà una cima come allenatore, ma ha carisma e soprattutto sa scegliere
i giocatori, a conferma di tutto questo gli arrivi di Shaqiri e Podolski, che
con Mazzarri non sarebbero mai arrivati anche disponendo di un budget adeguato.
Penso che la lotta al terzo posto sia tra il Napoli favorito e la stessa Inter,
con la sorpresa Lazio. Per lo scudetto invece vedo favoritissima la Juventus,
anche se ha il “bizzarro” Allegri in panchina, la Roma e l’ambiente romano non
sembrano maturi, per poter resistere alle pressioni di una lotta per lo
scudetto. Vorrei aggiungere che Garcia ci sta mettendo del suo, facendo giocare
la Roma solamente in contropiede, non schierando punte tranne il trentottenne
Totti sempre titolare.
Le retrocessioni sembrano ormai tutte definite con Parma e
Cesena ormai ai saluti e col Cagliari che rischia parecchio.