Partiamo dal risultato Sassuolo Milan 4-3, detto questo e
aver metabolizzato la partita, diciamo che il bello del calcio è proprio
questo, nulla è prevedibile, questo è forse l’unico sport nel quale chi parte strabattuto alle volte può uscire
vincitore, sovvertendo i pronostici. Capita alle squadre blasonate di incappare
in stagioni sfortunate. Però qualcosa non quadra..
Il Milan è una delle poche squadre al mondo (non posso dire
che sia l’unica, perché di squadre al mondo ce ne saranno milioni) ad avere due
AD, amministratori delegati. E’ una delle tante squadre al mondo che hanno un
presidente che ha smesso da anni di investire. E’ una tra le tante squadre
italiane che si è oggettivamente ridimensionata nell’organico. Però diciamo la
verità sono due anni che il Milan non ne azzecca una, se togliamo la parentesi
dell’anno dello scudetto vinto con Ibrah, allora il periodo diventa più lungo.
La società rossonera fa in ogni sessione mercati assurdi,
senza logica, compra parametri zero, giocatori in scadenza, gente da pensione,
tutti giocatori che percepiranno stipendi abbastanza cospicui, De Jong, Montolivo, Balotelli, Mexes per
citarne solo alcuni non percepiranno quattro soldi.
Ok stiamo parlando di una società allo sbando, cose c’è di
nuovo sotto il sole?
Perché non cambia allenatore? O dirigenti, come farebbero le
altre squadre. Il motivo è che il Milan, per sfortuna/fortuna, ha due armi
potentissime dalla sua parte: il marketing e i media.
La società è abilissima in questo, si raccolgono appena
ventidue punti in mezza stagione ed ecco che arriva Honda, presentato in pompa
magna, inno della squadra, occhi lucidi di Galliani, paragoni con stelle del
calcio, si snocciolano i trionfi passati nitidi come se fossero accaduti ieri.
La squadra perde col Sassuolo, ed ecco che arriva la notiziona che catalizza
l’attenzione di tutti i media e dei tifosi: Seedorf nuovo allenatore (giovedì
verrà presentato).
Insomma nel marketing forse la società rossonera è la prima
al mondo, insieme al Real. Ed è una grande cosa questa, pensiamo invece
all’Inter che non è riuscita a capitalizzare i grandi successi recenti, sia in
termini di immagine che sotto il profilo finanziario, o alla bipolarità che
spesso vive l’ambiente romanista, grandi entusiasmi che si trasformano in
pessimismo cosmico e
viceversa .
Però togliendo questa cortina patinata e fumosa del
marketing cosa rimane? Rimane una squadra con ventidue punti nel girone di
andata, con una rosa assurda dove in difesa troviamo giocatori scarsi da pensione un centrocampo senza né capo né
coda e un attacco che conta: Balotelli, Pazzini, Honda, Robinho, El Sharawi, Petagna,
Kaka e fino a ieri Matri, forse un po’ troppi?
Un mercato che solamente Freud potrebbe interpretare,
l’ultima mossa vendere Matri acquistato dalla Juventus sei mesi fa per undici
milioni di euro. Due AD che si pestano i piedi e giocatori sopravvalutati con
stipendi onerosi.
La società che ha come presidente il re del marketing non
poteva che essere regina nel settore, Kaka e Honda contribuiranno a rendere più
glamour le pagine dove si parla di Milan e ad aumentare le vendite di
magliette, ma oltre cosa c’è?
Fino a quando i tifosi saranno più appagati dal sentirsi ripetere
che sono il club più titolato al mondo rispetto al vedere la loro squadra
giocare calcio?
Galliani alle volte sembra uno dei tanti politici che
saltellano da un canale all’altro, con i loro faremo.. da domani mattina facciamo..
subito faremo.. faremo subito.. o riempirci le orecchie di parole inglesi per
indorare la pillola amara.